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Marina Garbesi

Imola, 30 settembre 1958 – Roma, 4 aprile 2021

Marina Garbesi nata il 30 settembre 1958 a Imola, da Annunziata Poli e da Vico Garbesi, bibliotecario nella Biblioteca Comunale di Imola ed uno dei protagonisti della lotta di Liberazione in Italia.

Dopo gli studi classici al Liceo Classico Benvenuto Rambaldi si laurea nel 1981, all’Università di Bologna, in Filosofia, con una tesi sulla logica come l’assiomatizzazione della conoscenza degli oggetti nell’analisi epistemologica.

Questi studi hanno profondamente segnato il suo rigore analitico e la profonda scrupolosità con cui si è poi dedicata a quella che, da sempre, è stata la sua unica e più profonda passione professionale: il giornalismo. 

Nel 1976 aveva già iniziato la sua collaborazione a varie testate locali, tra cui il settimanale imolese Sabato Sera. Poco più tardi, nel 1978 , è iscritta all'albo nazionale dei giornalisti pubblicisti.

Sono gli anni in cui inizia la sua esperienza giornalistica entrando a far parte del nucleo storico che avvia la redazione bolognese di Repubblica, accanto prima a Luca Savonuzzi poi a Antonio Ramenghi, dimostrando non solo la sua stoffa e il suo talento ma anche le sue capacità di risoluta e tenace cronista.

Imola, 30 settembre 1958 – Roma, 4 aprile 2021

Marina Garbesi nata il 30 settembre 1958 a Imola, da Annunziata Poli e da Vico Garbesi, bibliotecario nella Biblioteca Comunale di Imola ed uno dei protagonisti della lotta di Liberazione in Italia.

Dopo gli studi classici al Liceo Classico Benvenuto Rambaldi si laurea nel 1981, all’Università di Bologna, in Filosofia, con una tesi sulla logica come l’assiomatizzazione della conoscenza degli oggetti nell’analisi epistemologica.

Questi studi hanno profondamente segnato il suo rigore analitico e la profonda scrupolosità con cui si è poi dedicata a quella che, da sempre, è stata la sua unica e più profonda passione professionale: il giornalismo.  

Nel 1976 aveva già iniziato la sua collaborazione a varie testate locali, tra cui il settimanale imolese Sabato Sera. Poco più tardi, nel 1978 , è iscritta all’albo nazionale dei giornalisti pubblicisti.

Sono gli anni in cui inizia la sua esperienza giornalistica entrando a far parte del nucleo storico che avvia la redazione bolognese di Repubblica, accanto prima a Luca Savonuzzi poi a Antonio Ramenghi, dimostrando non solo la sua stoffa e il suo talento ma anche le sue capacità di risoluta e tenace cronista.

Sono gli anni in cui, a Bologna, Marina instaura anche un cordiale rapporto di amicizia con Roberto Roversi e con l’ambiente intellettuale della città. A Milano collabora a numerosi progetti editoriali di Alba Morino,  frequenta la casa editrice di Carlo Feltrinelli e la casa di Ottiero Ottieri.

Iscritta all’Ordine del Lazio dal 1987 passa alla redazione romana de la Repubblica nell’aprile di quell’anno ed entra a far parte di quella generazione approdata, alla fine degli anni Ottanta, a Piazza Indipendenza e diventata adulta nell’irripetibile esperienza della “scuola” di Eugenio Scalfari.

Tenace, determinatissima, sorretta da una scrittura alta, colta, rigorosa, quanto affilata nel dettaglio, segue, in prima persona, i più importanti fatti di cronaca accaduti in Italia tra il 1990 e il primo decennio del nuovo secolo, l’Anonima sarda dei rapimenti in Costa Smeralda, la massoneria deviata, l’omicidio di Marta Russo, il giallo di via Poma, la banda della Magliana, le stragi di mafia, la morte di Federico Fellini, il processo contro Vincenzo Muccioli, il caso del mostro di Firenze, l’omicidio di Mino Pecorelli, dipanando sempre racconti esemplari, rigorosi ed avvincenti, lontani da ogni approssimazione o imprecisione.

Nel 1998 nasce Ludovico, l’amore più grande ed entusiasmante della sua vita.

Profondamente dedita al suo lavoro di cronista ha fatto anche parte del Comitato di redazione del suo giornale, si è dedicata intensamente, per anni, alle battaglie sindacali dell’Associazione Stampa Romana e della Giunta Esecutiva Fnsi. Ha amato leggere, imparare le lingue e viaggiare, in particolar modo nel Medio Oriente, in Egitto, Yemen, Turchia, Marocco, India e Cina.

I suoi articoli, a partire dal primo gennaio 1984, sono consultabili in rete nell’archivio storico di Repubblica.

Ha scritto il libro “I serial killers“, Ed. Theoria (Roma, 1996), diventato subito un classico della criminologia clinica, e “Poesie“ (in corso di pubblicazione).