Dal 2 aprile del 2021, e lo stesso nei due mesi successivi, tre padri di ragazzi autistici – il giornalista Gianluca Nicoletti, il cantante Elio (Stefano Belisari), il commentatore sportivo Mimmo Pesce (Domenico Pesacane) – hanno tenuto una conversazione a distanza qualificandosi ironicamente “Autism Manager”.
Il 2 aprile è la Giornata internazionale di consapevolezza dell’autismo. Gli “Autism manager” hanno chiarito che, per le famiglie degli autistici, il 2 aprile comincia il 1° gennaio e finisce il 31 dicembre. Tutti gli anni, per tutta la vita. E procede nella consapevolezza del fatto che il tempo della vita non basterà.
La preoccupazione per il futuro trova continue conferme nella quotidianità. La trova nella diffusione di luoghi comuni falsi e fuorvianti (tante volte capita ai genitori di un ragazzo autistico di sentirsi dire “E’ sicuramente intelligentissimo, più di qualsiasi altro coetaneo”), nelle difficoltà enormi che s’incontrano in attività banali, come un test per il Covid, la rimozione di una carie, un prelievo di sangue.
Gli “Autism manager” sono, ciascuno nel suo campo, professionisti della comunicazione, oltre che profondi conoscitori delle problematiche connesse all’autismo. Colpisce che – quando si trovano ad affrontare la questione del bullismo – concordino sull’opportunità di un intervento degli influencer, i soli in grado di raggiungere le giovani generazioni. Che, evidentemente, non ricevono né in famiglia, né nella scuola, un’adeguata educazione al rispetto della diversità. E vivono in contesti dove è diffusa l’idea – sottolinea Elio – che chi è buono è “buonista”, e chi usa la violenza sui più deboli non è un vigliacco, ma un “figo”.
L’autodefinirsi Autism manager è un adeguamento provocatorio al costume di utilizzare l’inglese per ammantare di efficienza e “modernità” pratiche di intervento inadeguate. Dare l’impressione che la cura dei più fragili sia stata messa a sistema mentre – anche questo appartiene all’esperienza di tutte le famiglie – è affidata al caso, alla fortuna. Nella lotteria degli “insegnanti di sostegno” è possibile incontrare figure straordinarie per umanità e competenza ma anche soggetti che hanno scelto questa strada solo perché era il modo più rapido di avere un’occupazione e uno stipendio. E poi, quando i ragazzi diventano maggiorenni, ecco che diventano dei fantasmi. Da quel momento, ogni famiglia deve arrangiarsi, fare da sé.
Il Premio promosso da Ludovico ha lo scopo di promuovere un’’informazione corretta ed efficace sui disabili e sui loro diritti. La scelta di assegnarlo agli Autism Manager definisce la cornice entro cui oggi agiscono gli operatori dell’informazione e chiarisce, con brutale efficacia, che la strada da percorrere è ancora molto lunga e fitta di ostacoli.
“Si tratta – dice Gianluca Nicoletti – di capovolgere un concetto vecchio antico di beneficienza. Non ci servono dei soldini per farci stare buoni, ma qualcuno che investa nelle nostre idee, che sono idee pazze. Perché se i figli sono pazzerelli, non è che i genitori statisticamente sono in regola della neurotipicità più diffusa. Abbiamo idee pazze, ma L’evoluzione è fatta da persone che hanno cervelli diversi. Se tutti i cervelli fossero stati uguali il mondo rimaneva dove è partito, con degli abbruttiti dentro le caverne che hanno paura del buio. Se vediamo un po’ di luce è perché c’è stata gente che ha avuto la follia di cambiare le cose”.